Ducale addio…
“Gran Dio morir si giovane io che ho…” Quest’aria della Traviata di Verdi poterebbe suonare come un presagio nella storia del teatro Ducale, assurdamente abbattuto dopo soli 48 anni di attività. Era stato costruito sull’angolo fra via Nino Bixio e via Costituente e inaugurato il 20 novembre 1943 proprio con un’opera lirica, Madama Butterfly di Giacomo Puccini, in piena guerra, mentre la città era minacciata dalle bombe. “Costruire e portare a termine in piena guerra un nuovo e moderno teatro è tale segno di vitalità cittadina e di fiducia nell’avvenire – aveva scritto il critico della Gazzetta di Parma – da rendere onore ai coraggiosi che hanno raggiunto questa meta”.
Non hanno avuto invece tanto coraggio gli amministratori degli anni Novanta che di fronte a un problema di agibilità e messa a norma dei sistemi di sicurezza del teatro che poteva essere risolto, hanno deposto le armi e lasciato spazio agli imprenditori del cemento.
Il teatro Ducale era sorto (una società guidata in prima persona da Giovanni Mercadanti) come secondo spazio teatrale cittadino (1600 posti) in concorrenza con il teatro Regio e il Paganini (ex Reinach).
Il debutto, nonostante la minaccia delle bombe sopra il teatro, fu incoraggiante: dopo Butterfly diretta dal maestro Podestà con una orchestra di ottanta elementi, seguirono spettacoli di operette, riviste, varietà, compagnie dialettali, concerti e proiezione di film. Insomma al teatro Ducale c’erano spettacoli per tutti i gusti. Le recite serali iniziavano alle 17 per via del coprifuoco, ma la gente poteva godere anche di rappresentazioni pomeridiane. Il teatro Ducale faceva dimenticare di essere in guerra. Alla fine del conflitto il teatro dell’Oltretorrente ha continuato incessantemente la sua attività di cinema e di teatro, fino agli anni Novanta facendo spesso la “spalla” anche al teatro Regio. La sua potenzialità si rivelò soprattutto nel 1983, quando il Regio squassato dal terremoto e lesionato in più parti, era impotente a realizzare la stagione lirica ormai in programma.
Armi e bagagli e… cantanti furono traslocati al Ducale e il cartellone d’opera (quattro titoli, due recital e un balletto) si concluse senza problemi, grazie ad una buona acustica, apprezzata da tutti gli artisti.
Sul palcoscenico del Ducale sono saliti personaggi come Macario, il pugile Primo Carnera, Walter Chiari, i soprano Renata Tebaldi (che iniziò lì la sua grande carriera) e Katia Ricciarelli, la cantante Mina, perfino Sandro Pertini, che successivamente diventò presidente della Repubblica, vi tenne un comizio del partito socialista, il direttore d’orchestra Romano Gandolfi che vi debuttò in Nabucco. Il cinema teatro Ducale grazie alla qualità degli spettacoli e alla proiezione di film in prima visione era diventato ormai il simbolo culturale, ma anche economico del rinnovato e vivace Oltretorrente.
Negli anni Novanta alcuni problemi di agibilità dovuti all’adeguamento delle norme di sicurezza e un piccolo incendio, minacciarono la vita del teatro, ma fu soprattutto la mancanza di volontà a mandarlo in polvere. Il comune poteva trattare l’acquisto del Ducale come secondo contenitore senza ricorrere a onerosi affitti di altri locali. Ci fu anche una grande presa di posizione dei cittadini e dei circoli musicali per salvare il teatro, ma gli amministratori, (salvo qualche voce isolata) mostrarono tutto il loro disinteresse. Gli ultimi a salire sul palcoscenico del grande spazio teatrale di Parma vecchia, sono stati gli attori del “teatro delle Briciole” il 15 marzo 1991. Poi giù il sipario per sempre. Con il Ducale è morto anche l’Oltretorrente.
Giovanni Ferraguti