
Esercizi di scrittura veloce
– Acqua di colonia H2Eau –
Un flacone di profumo. Una limited edition anche nel nome , H2Eau, prodotta per la manifestazione Scritture d’acqua, è stata la protagonista di un’improvvisata chiamata collettiva alla scrittura. Che si è sviluppata per caso nell’ambito di una lezione nel corso universitario di “Social media, news e comunicazione pubblicitaria” 2020-2021. Una chiamata alla tastiera alla quale si doveva rispondere seduta stante, ma che ha dato esiti sorprendenti. Per varietà di ispirazioni, stili, invenzioni, libertà espressiva. Scritture creative veloci, appunto, che proponiamo integralmente Ovvero scritture a tema “H2eau”. Racconti brevi, storie in rima, lanci pubblicitari scritti in 20 minuti a partire dall’immagine di quell’acqua di colonia.
a cura di Ilaria Ghirardini
Il profumo misterioso
Era passata ormai una settimana da quando Anna aveva sentito quel profumo lungo il corridoio del seminterrato che portava alla lavanderia. Da quel giorno la sua mente non aveva smesso di vagare, costruendo scenari impossibili, forse fin troppo alimentati dai tanti romanzi rosa che aveva consumato nei suoi 30 anni. Fantasticava su chi potesse essere il possessore di quel profumo così distinto e pungente da coprire l’odore del bucato. Un avvocato? No, forse un professore. O magari una donna d’affari che aveva deciso di sfidare i luoghi comuni con un gesto sottile come scegliere una fragranza tipicamente maschile. Ognuno di questi personaggi immaginari, che lentamente coloravano la tavolozza della sua mente, sembravano degni di una favola. Tutti belli, vincenti, e sicuramente tutti migliori di lei. Era così che la sua immaginazione si era trasformata in ossessione. Un sentimento guidato dalla curiosità prima, dal desiderio poi ed infine dalla gelosia. Aveva vissuto, in quella settimana, tutte le fasi che una comune relazione vive in anni.
A nulla serviva il monito della sua migliore amica, Marta, che girava gli occhi ogni volta che, alla pausa caffè, Anna tornava a parlare di quel profumo. “È così strano – diceva – non l’ho più sentito, eppure è sicuro di qualcuno del palazzo!”
Di notte non riusciva a dormire, pensando a quel profumo. Sapeva ormai riconoscerne ogni nota, pur avendolo sentito solo una volta.
E fu così che arrivò sabato, e Anna, tornando dalla spesa, sentì di nuovo quell’odore su cui aveva speso ogni secondo vuoto della sua settimana. Lasciò le buste al portone e si precipitò all’inseguimento di quella scia, che i suoi occhi quasi potevano vedere. Era sicura, il misterioso possessore era passato di lì, proprio vicino alle scale. E fu così che la vide, Maria, la signora delle pulizie. Anna strizzò gli occhi. Non era possibile, dov’era il famoso avvocato? E l’irriverente donna d’affari? Quasi crollò al suolo nel realizzare che il suo castello magico non esisteva, e che nessun principe aveva attraversato il corridoio quel giorno. Ma le si svelò davanti agli occhi una realtà ancor più sconcertante: i veri eroi, i più insospettabili.
Lezioni di chimica
«Mamma, domani ho l’interrogazione di chimica ed è l’ultima del quadrimestre».
Pietro è entrato improvvisamente in bagno, mentre la madre si stava truccando l’occhio con l’eyeliner. Lo spavento le ha fatto perdere la mano, facendole tracciare una riga sulla guancia. Claudia fa un respiro profondo e socchiude gli occhi: ha solo 5 minuti per truccarsi e in questo modo arriverà tardi al quarto appuntamento della settimana. Non è facile la vita di una mamma di quarant’anni appena separata in crisi esistenziale. «Non puoi farti aiutare dalla nonna? Non ho proprio tempo ora», gli risponde muovendo solo leggermente le labbra a cinque centimetri dallo specchio, che si appanna. Il ragazzo, in pigiama, tiene la tavola periodica aperta sull’addome, in modo che non possa leggerla. Si siede sul water e rassicura la mamma:
«Ci vuole un attimo».
Annuisce. «Che devo fare?», dice la madre.
«Chiedermi degli elementi, tipo Ferro, Cobalto, Rame e ti dovrò dire in 3 secondi la sigla». Claudia si guarda allo specchio e nota una nuova zampa di gallina intorno l’occhio: «Eh… Sì, allora Ferro, Cobalto, Rame…», ripete al ragazzo. Pietro serra la mascella e copre con le mani la tavola periodica, che ha accuratamente chiuso e appoggiato sulle gambe: «Facile, Fe, Co, Cu. Altri». La mamma sospira allontanando il pennello dal viso e controllando che le linee sulle palpebre siano simmetriche:
«Bravo, ti darei dieci»
«Dai, ancora! Qualche altro, Ittrio, Zirconio, Niobio…», ripete Pietro.
«Quelli, sì», ribatte subito Claudia.
«Facile, Y, Zr e Nb. Ma non sai altre? Mamma, ma mi ascolti?».
Claudia finalmente guarda allo specchio il figlio. Si gira immediatamente e guarda l’orologio, sorprendendosi dell’affermazione del figlio: «Ma certo tesoro! Ehm, allora…». Guarda tra i suoi oggetti personali di sfuggita, grattandosi la tempia, fino a quando vede il flaconcino di profumo comprato il giorno prima. “Ah! Il profumo”, pensa all’istante e lo indossa sui polsi e dove i capelli toccano le spalle. Pietro scorge la scritta H2Eau ed esclama: «Ma è sbagliato! La sigla dell’acqua è H2O, ovvero due particelle di idrogeno e una di oss..». La mamma guarda la scritta sull’etichetta e ridacchia, accarezzando i capelli del figlio:
«Ti sei montato la testa! Sapranno come si scrive no? Dai, ora va a letto…».
H2eau e la tua ascella non puzza pieau
“Ancora un paio di minuti e giuro che svengo” pensai tra me e me. Questa dannata metropolitana è piena di persone che evidentemente vivono in una fogna. “Siamo in arrivo a Milano Porta Garibaldi” fece la voce elettronica dall’altoparlante. Alleluia, finalmente potevo scendere da quel maledetto vagone. Pochi metri e sarei finalmente rientrata in casa. Sulla strada del ritorno, tra negozi di alimentari e di abbigliamento, lo vidi ed ebbi un’idea geniale. La mattina seguente mi ritrovai ancora una volta in mezzo a quelle maleodoranti ascelle. Stavolta ero preparata. Lo estrassi dalla borsetta e inizia a spruzzare come se non ci fosse un domani. Attorno a me solo grida di dolore, persone che svenivano e, per un momento, mi era parso persino di vederne una sciogliersi come neve al sole. Finalmente potevo respirare a pieni polmoni. Ora quella metropolitana sembrava un prato fiorito pieno di unicorni che danzavano allegramente. E tutto grazie ad un semplice flaconcino di profumo. Il giorno seguente tutti avevano imparato la lezione. Niente più tanfo di ascelle. Quel profumo era stato come una spada laser. Gliene sarò sempre grata.
Landscape Flavor: il profumo dei vostri selfie sempre con voi
Messo in commercio dalla Whimsie Entertainment il primo profumo in grado di raccogliere il profumo dei vostri selfie. Si realizza in maniera personalizzata, disponibile sul momento e facile all’uso. Si chiama Landscape Flavor, reperibile in tutti i negozi specializzati.
La struttura dell’oggetto si basa su una fotocamera collegata a una boccetta, che si può riempire con semplice acqua di bottiglia. Non dovrete che scattarvi un selfie, e Landscape Flavor ne catturerà la sensazione nella boccetta, da portare sempre con voi.
L’odore del mare al vostro primo incontro, ma anche il chiosco dei gelati e la sabbia, i gabbiani e i pesci morti sulla riva. L’erba e il terriccio della montagna, ma anche la polenta che mangiate assieme. Da portare sempre con voi, dovunque andate, e non perderne il ricordo.
Molti anni dopo, ripensando a cui pomeriggi autunnali passati con lei al parco vicino al centro, sotto le torri o lungo le stradicciole che portavano al Portico dei Servi, l’unica cosa che gli sarebbe venuta in mente – ne era certo – sarebbe stato il suo profumo. Non com’era vestita, non di cosa parlava, non i gelati che avrebbero senz’altro mangiato nonostante il freddo e neanche – a malincuore – i baci che si sarebbero dati; ma il suo profumo. Una fragranza fruttata con un retrogusto aspro come rosmarino o salvia – ma né rosmarino né salvia, ovviamente – e l’odore che impregna i vestiti e le lenzuola anche molti giorni dopo. Ecco – ne era certo – di lei avrebbe ricordato questo più di ogni altra cosa.
Il Profumo “non per me”
Ucci ucci ucci
sento odor di profumucci
Ferragamo, Gucci, Dior
ma no, si tratta di H2eau!
Buono, dolce e rinfrescante
il flaconcino è anche abbondante!
“Finalmente lo hai trovato?”
“All’Esselunga l’ho cercato..”
“Diamine no, è edizione limitata!”
“Allora mi sa, che non è di mia portata!”
H2EAU: il profumo di Acquaman
Qual è il profumo preferito dei supereroi? Non si sa con esattezza. Solo pochi di loro si sono prestati a rispondere alle domande. Ma una cosa è certa: Acquaman ha già trovato il suo profumo. Si tratta di H2EAU, l’ultimo profumo prodotto da Dior. La sua fragranza è piacevole, non troppo intensa, aromatizzata al punto giusto per non destabilizzare l’ecosistema marittimo e non creare scompiglio e problemi di orientamento agli altri pesci o specie di mare.
L’idea nasce direttamente dal supereroe che si è stancato una volta per tutte di ricevere critiche riguardo il suo profumo “naturale” e così ha deciso di iniziare questa collaborazione con l’industria francese, la quale, dopo una serie di lunghi studi e ricerche, è riuscita a trovare la soluzione più adatta al suo problema.
Adesso Acquaman non si sente più in imbarazzo e non prova più vergogna ad uscire in gruppo con altre persone o a camminare in mezzo alla gente comune. Inoltre, grazie alla sua sponsorizzazione il profumo, in brevissimo tempo, ha scalato le classifiche mondiali dei prodotti più venduti dell’ultimo mese, anche se è uscito solo da poco più di due settimane.
L’eroe della DC ora è pronto per girare il secondo film su Acquaman e per entrare a far parte della Justice League, da cui era stato escluso proprio per questo suo problema di odore.
Tra nonna e Cristina il profumo è una rovina
Nel mentre di una crisi adolescenziale
Cristina volle una spesa particolare.
Dalla Giggetta nonna si recò,
e un’insolita richiesta borbottò.
“Dì a nonna, cos’è che il tuo cuore chiede?”
“Una sostanza che, prima delle vesti, il mio corpo prevede”.
Un indizio gradito da Cristina fu reso esplicito
e il nome del profumo H2eau fu riferito.
Il giorno seguente nonna Giggetta una bottiglia d’acqua a Cristina portò
e la nipote a gran voce mormorò:
“Nonna, ma se era l’acqua di colonia che io desideravo,
perché è questo che mi hai rifilato?”
“Cristina a nonna, al supermercato mi sono recata,
e la cassiera così si è giustificata:
«Signora, è H2eau che lei richiede?»
SI – ho risposto – questo negozio ne possiede?
«(AH) NO, MI DISPIACE, (QUA) NO, non se ne intravede».
E così la monca nonnina
portò a Cristina
soltanto una bottiglina.
Viaggi di profumo
Lisa Fanti
La strisciolina di carta della profumeria si impregna leggermente. Sprigiona un’essenza familiare, mi lascio trasportare dalla memoria. Dal piccolo negozio del centro, mi ritrovo, bambina, in Provenza. I ricordi mi avvolgono: i campi viola di lavanda si estendono davanti a me e sprigionano un profumo intenso. I nonni, vigili, mi guardano mentre mi allontano in mezzo a quel mare di colore. Il sole è basso, il tramonto si avvicina. Il fremere del mio cuore mi dice che la magia si sta per compiere: il cielo caldo, rosso, arancione, rosa sta per immergersi nel freddo del viola. È uno spettacolo che non vedo da tanto, troppo. Le estati della mia infanzia paiono come un sogno, circondate da un’aura di affetto, ma ormai estranee.
La luce artificiale dello specchio davanti a me acceca la mia fantasia e mi ritrovo nuovamente davanti alla scelta del profumo da regalare a mia cognata. La malinconia come unica prova del viaggio.
Un viaggio al castello di Chambord.
Entoni Calamunci
Quest’estate sono andato in vacanza nella Valle della Loira, in Francia. Splendidi castelli e ottimi vini hanno reso la vacanza sublime. Un ricordo, un’esperienza in particolare mi è rimasta impressa nella mente: quella legata alla visita al castello di Chambord. Un castello monumentale, degno del re di Francia. In quel periodo era in atto una mostra sensoriale, legata ai profumi che caratterizzavano la moda ai tempi di Maria Antonietta. Nel regno francese di fine ‘700 erano molto in voga i profumi e, in particolare, le acque di colonia che, con i loro odori intensi, coprivano spesso i cattivi odori dovuti ad una scarsa igiene personale. Il profumo che portava l’appellativo “H2eau”, nome scientifico dato in occasione della mostra e creato appositamente per l’occasione, secondo gli scritti del tempo, era quello che più di tutti si avvicinava a quello indossato da sua altezza la regina Maria Antonietta d’Austria. Un’esperienza indimenticabile: un salto nel passato ai tempi della Francia di antichi e maestosi sfarzi.
Notizia dell’ultima ora:
Bambino di 5 anni versa il profumo della madre nell’acqua e lo beve.
È successo stamattina a Bolzano: un bambino di 5 anni ha versato mezza boccetta di profumo dentro un bicchiere, contenente già acqua, e lo ha bevuto. La madre si è accorta subito dell’accaduto e lo ha portato in ospedale. Per fortuna sono riusciti a tenere d’occhio la situazione e il bambino adesso pare godere di ottima salute.
Ah, l’amour
Ilaria Ghirardini
Il signor Françoise accuratamente imbellettato
passeggia per le strade col suo alone profumato.
H2eau quel parfum, mon Dieu!
La signora Franziska in tutta sua eleganza
cammina fieramente portando la fragranza.
H2eau quel parfum, mon Dieu!
Che incontro, che momento
per quei nasi in movimento!
Per sempre fu amore grazie al loro buon odore.
H2eau quel parfum, mon Dieu!
Annusami ancora
Stefano Dondi
Sapete realmente cos’è un profumo? Proviamo per un attimo a soffermarci sulla sua funzione, può sembrare semplicemente una sostanza con cui dare un certo tono al proprio aspetto, ma non è così semplice, la realtà è che queste essenze hanno il potere di condizionare la nostra mente. Fondamentalmente anche l’essere umano è un animale, perciò l’olfatto è il senso più sviluppato di tutti, quante volte è capitato di sentire un buon odore e dirigersi verso di esso? Ecco, la funzione del profumo è proprio questa, attrarre le persone. Alcuni odori innescano processi mentali a noi incontrollabili, per questo motivo si studia in laboratorio quali sostanze inserire all’interno di esso per generare interesse da parte degli altri individui. Fondamentalmente ci si profuma per farsi desiderare da altri, nient’altro.
Il profumo
Sentire un profumo
È un po’ la vista del cieco;
Pensare ad un profumo
È un po’ il ricordo dell’adulto;
E quindi odora per vedere
E quindi odora per ricordare
H2EAU: eau de life
La vita è piena di ostacoli che mettono a dura prova le nostre energie: lavoro, studio, casa, famiglia, parenti, amici, nemici, finanza … Non lasciarti sopraffare: riprendila con H2Eau, una sorgente di vitalità.
Grazie agli estratti di guaranà e ginseng, uniti a note rinfrescanti di menta piperita, H2Eau ti ricarica all’istante, rendendoti pronto per affrontare gli ostacoli della vita. Anche quelli dietro l’angolo …
H2Eau, eau de life.
Profumo di te
Caffè, sigaretta, musica country. Max ha la stessa routine da sempre. Poi si va a lavoro, ascoltando lo stesso programma radiofonico di tutte le mattine. Ah quante conversazioni fatte con l’annunciatore di radio sei, soprattutto la sera tornando a casa; ormai erano grandi amici, un’amicizia consolidata nel tempo. Al ragazzo della radio, Max ha chiesto consiglio su tutto, credo che lo conosca più lui che sua sorella, con cui ormai si sente a malapena. Come se nulla fosse, provava a ricominciare, estraniandosi dalla realtà e chiudendosi in una bolla di sicurezza in un castello di sabbia, nel quale nessuno deve poter avvicinarsi, dove nessuno può rompere l’incantesimo. Poi la realtà torna a piombare, e non sono le domande degli altri da cui puoi scappare a rompere il disincanto; sono le tue emozioni, da quelle non c’è rifugio. Prima di uscire di casa Max si imbatte nel piacevole sottofondo di fragranza che per anni ha baciato sul collo di Sara, in quella che è stata la sensazione più piacevole della sua vita. Quella boccetta di profumo, rimasta ancora nella ricarica automatica, ha una forza dirompente. La casa profumava di Sara, la bolla di fragilità era scoppiata, in un secondo di smarrimento, con l’affanno di un fiato sospeso, si accascia sul divano con la voce in sottofondo di Alex, lo speaker delle otto e mezza, l’amico di sempre. Solo più tardi tornando dal lavoro Max aveva capito, che il ragazzo della sera era un’altro. Neanche su quell’amico in fondo poteva contare. Ma su quel profumo si.
Nuovo test dalla Francia.
H2eau, il nuovo test sperimentato dagli scienziati francesi
Nella triste epoca del covid i paesi collaborano e gareggiano tra loro per dare il proprio contributo alla sconfitta di questo virus.
Oggi tocca alla Francia, che grazie ai suoi scienziati offre al mondo intero un nuovo strumento per scovare i positivi al Covid-19.
H2eau: si chiama così il nuovo test creato dai francesi.
La tipologia è del tutto nuova.
Dopo le lamentele di tanti verso le modalità dei tamponi e test sierologici utilizzati fino ad ora, considerati da molti troppo invasive soprattutto quando effettuate sui bambini, ecco un nuovo metodo.
H2eau è sostanzialmente un profumo, una fragranza particolare la cui composizione non è stata resa nota.
Basterà annusarne un flacone per capire se si è positivi al nuovo Covid-19: chi non riesce a sentirne l’odore è con molta probabilità malato.
E se si mentisse? Se qualcuno dicesse di sentire l’odore, quando non è così?
“Impossibile” dice il primo paziente su cui è stato testato H2eau. “Io ho sentito quell’odore. Non lascia indifferenti. Provoca reazioni fisiche piacevoli e impossibili da simulare”.
A cosa si riferisce?
Ancora non lo sappiamo, ma sicuramente ci incuriosisce.
PROFUMO H2Eau: il valore che c’è, il valore per te!
Flacone di profumo, sensazioni di fragranza.
Ambiente o consumo? E cambia la danza.
Acqua di colonia, pensieri in faccia.
Come in Babilonia, Scritture d’acqua.
Quello che abbiamo, unico canale.
E per come siamo, per comunicare.
Il tuo flacone speciale per volare.
Usa H2Eau, è il valore di te.
Flacone di profumo, nuova essenza.
Ne basta uno, straordinaria la presenza.
Ghiaccio di Polonia, gli occhi verdi.
Come in Amazzonia, di notte mi senti.
Quello che abbiamo, unico canale.
E per come siamo, per comunicare.
Il tuo flacone speciale per volare.
Usa H2Eau, è il valore di te.
L’immenso richiamo, per amare.
E per come siamo, per comunicare.
Il tuo flacone speciale, regalo di natale.
Usa H2Eau, è il valore di te.
Vaneggio agrodolce
Valentina Serri
Navigavamo da giorni, ma sembrava di non avanzare di un millimetro. L’aria pesante e rarefatta mi impediva di respirare a pieni polmoni. Ogni volta che provavo ad inspirare cautamente, era come se migliaia di spilli mi pungessero la lingua, la gola, i bronchi. Alla nausea costante ormai ero abituato. Quell’odore acre e appiccicoso entrava nelle mie narici ed inibiva i sensi, fino a cullarmi in un pesante sonno d’oblio. Al mio risveglio, ogni volta, nulla pareva essere cambiato. Io e la mia ciurma galleggiavamo ancora su acque giallastre, alla ricerca di una terra ferma che mai si scorgeva all’orizzonte. Il cielo, l’unico dettaglio a mutare lievemente d’aspetto, ci abbagliava producendo una luce quasi trasparente.
Un giorno, mentre lottavo per non perdere conoscenza ancora una volta, vidi qualcosa di strano. Non era un’isola, né una nave nemica. Non potevano essere nuvole, né un temporale in arrivo. Erano occhi. Occhi grandi come laghi, verdi come foreste. Occhi curiosi che ci scrutavano dal cielo trasparente. D’un tratto, il mare sotto la nostra nave si inasprì e vidi le onde correre veloci pronte ad inghiottirci. Poi il vuoto. Stavamo candendo nel vuoto.
In meno di un secondo la boccetta di profumo H2EAU si infranse al suolo e per la prima volta dopo chissà quanto tempo una manciata di aria pulita mi riempii il petto.
Un sogno diventato realtà.
Sara Ravarino
In una tiepida e tranquilla notte d’estate, sulla strada principale del paesello, si è visto arrivare una donna, mai vista prima, con tacchi e vestito che non erano da paesino. Arrivava dalla città, era così bella.
La comare del paese, abitando sulla strada principale, con il balcone ricco di fiori, per l’esattezza, gerani, di ogni colore, sapeva chi era. Si appostava sempre lì, seduta ad aspettare le altre comare, le amiche che si portavano con sé la seggiola per chiacchierare di tutto e di tutti. Erano meglio del giornale.
La mattina seguente dell’avvento della donna di città, si recò tutto il paese a conoscere i fatti di ieri e l’identità di questa strana signora. Era la figlia del profumino, partita dieci anni prima per fare carriera e diventare qualcuno, cercando fortuna: l’aveva trovata. Aveva creato una nuova fragranza, “H2eau”. Era arrivata nel paese per salutare la famiglia e per donare a tutti i cittadini un po` di magia cittadina, tanto da voler restare nel suo paese natale. Aveva infatti deciso di costruire lì il suo impero. Il paese grazie a lei era diventato ricco. Il paese dell’h2eau.
Nacque il paese del profumo.
Questa è la storia di un sogno diventato realtà.
L’indizio è … H2Eau, Scritture d’acqua
È novembre, a Roma c’è il diluvio. Luca è seduto alla sua scrivania e sta scorrendo i fascicoli sui casi di persone scomparse del suo distretto. Squilla il telefono. Ha un sobbalzo, era concentrato. È il suo superiore, gli dice che hanno trovato un corpo di una giovane donna, sulla trentina, a lato di un parchetto di periferia. Luca ed alcune pattuglie si precipitano sul posto. Ad aspettarlo c’è una scena macabra, alcuni tra i membri più giovani della squadra di polizia si sentono male. A terra giace il corpo nudo di una ragazza dai lunghi capelli bruni, in una posizione innaturale, è stata martoriata, ha lividi ovunque e diversi tagli. Sono tutti intenti a fare fotografie e analisi di vario tipo quando Luca poco più in là trova un flacone di profumo, ha un nome insolito, H2Eau, e nella parte bassa dell’etichetta si legge “Scritture d’acqua”. Una volta portato in laboratorio vengono scoperte delle tracce di dna sull’ampolla, che non appartengono alla giovane … a seguito di una breve ricerca Luca scopre che il profumo è un’edizione limitata, acquistata solo da una ristrettissima cerchia di persone … BINGO! Non è stato difficile per i poliziotti risalire alla breve lista di acquirenti, i quali si sono sottoposti alle analisi del dna per poter trovare una corrispondenza. Tutti tranne uno … un certo Giorgio infatti non si era presentato in laboratorio. Partirono immediatamente le indagini e grazie alle rilevazioni fatte sul cellulare dell’indagato, mediante le celle telefoniche è stato rintracciato all’aeroporto di Roma, con un biglietto sola andata per una remotissima zona della Thailandia. Ovviamente lì non ci arrivò mai, piuttosto finì nel carcere di Regina Coeli e condannato a cinquant’anni di carcere senza condizionale.
L’ampolla dei ricordi
Il profumo del mare
Racchiuso in un’ampolla
Dove dolci riposano i miei amati ricordi
O tu profumo puoi riportarmi
A dolci momenti dove allegro correvo
Pensando al domani con grande prospetto
Adesso che sono dalla riva lontano
Chiedo profumo in soccorso la tua mano
Può la tua essenza portarmi a viaggiare
In quel mondo che oggi vorrei ritrovare.
L’indizio nel caos: H2eau
Quando il detective arriva a casa della vittima rimane spiazzato: nessun oggetto sembra essere al suo posto; dalla cucina alla camera da letto tutto è stato tirato fuori dai cassetti e dagli armati e buttato per terra. “Deve trattarsi per forza di una rapina: il ladro è stato colto in flagrante dalla padrona di casa e, temendo per la sua vita, l’avrà colpita alla testa” riferisce, al telefono, alla centrale, prima di continuare il giro della casa con lo scopo di trovare qualche elemento utile all’indagine. Ma niente: è tutto così in disordine da fargli venire voglia di andarsene, sembra impossibile trovare qualcosa di utile.
Apre la porta sul retro per fumare una sigaretta, inizia a percorrere il vialetto sperando che la passeggiata lo aiuti a schiarirsi le idee e si ritrova, inconsapevolmente, a dare un calcio ad un foglio accartocciato, finito casualmente tra i suoi piedi; getta via la sigaretta, prende il foglio e cerca di leggere: sono poche parole, scritte di fretta, a matita. “Non è colpa mia, non volevo che finisse così.” Il detective legge più volte il messaggio misterioso, poi gira il foglio: il retro è sporco di sangue, ma tra le macchie si riesce a leggere una frase, firmata proprio dalla vittima: “Ricordati di passare a comprarmi il profumo che ti ho detto ieri, il mio è quasi finito. Buona giornata!”.
Ora è tutto chiaro, nessun rapina, nessun ladro. Il detective rientra velocemente in casa, sul pavimento della camera da letto trova la bottiglietta di H2eau miracolosamente intatta, la prende con sé e sale in macchina, convinto che il colpevole sarebbe presto uscito allo scoperto.
Un lavoro profumato
Ricordo ancora quel giorno. Mi svegliai di soprassalto, la sveglia mi aveva abbandonato. Quel piccolo orologio digitale, da anni sul mio comodino, ora era diventato oggetto dei miei ingrati insulti. Non aveva suonato, non aveva svolto il suo unico compito. Ed era tardissimo. Mancava solo mezz’ora al colloquio di lavoro. Mi preparai velocemente, feci colazione con caffè e dentifricio. Ero quasi pronto: giacca e cravatta indossate, scarpe ai piedi. Facevo gli ultimi ritocchi al mio look, quando d’un tratto sentì un rumore di vetri che si infrangevano, un suono che non preannuncia mai niente di buono. Anche la camicia mi mandava segnali negativi: era completamente bagnata. Capì subito cos’era accaduto. Il flacone del mio profumo giaceva sul piano del lavandino. Era in mille pezzi, il contenuto si era sparso ovunque e, soprattutto, aveva raggiunto anche il mio abito. Avevo ormai dimenticato la sveglia, i miei insulti ora erano diretti all’H2EAU, il mio fidato profumo che mi aveva tradito. Non c’era tempo di cambiarsi. Uscii, raggiunsi il luogo del colloquio. Contro tutte le previsioni alla fine andò più che bene: ottenni il lavoro, firmai il contratto e ricevetti anche complimenti per il mio odore. Prima di tornare a casa, entusiasta, passai a comprare un nuovo flacone di H2EAU.
L’incubo
Rob è un cestista esordiente del NBA, che ha appena firmato un contratto di un anno da un milione di dollari per giocare nei Lakers. Insieme al contratto arrivano tante proposte da sponsor e brand che vogliono averlo come ambassador, tra queste ce n’è una che colpisce il giocatore in modo particolare, si tratta di un profumo francese chiamato H2eau. Il flacone del prodotto è molto bello esteticamente e Rob vorrebbe contribuire a pubblicizzarlo, ma ha paura di non essere in grado di recitare davanti alle telecamere. Nonostante ciò, pochi giorni dopo, si presenta allo studio di Los Angeles dove girano lo spot pur non sapendo bene di cosa si trattasse o cosa dovesse fare. Il regista François fa chiamare il giocatore dal camerino e gli illustra il set dove avrebbero girato a breve. In poco tempo Rob si trova abbagliato dai riflettori, con microfoni che lo circondano e persone dietro alle telecamere che reggono dei cartelloni. Il giocatore non sapendo leggere bene fa presto spazientire il regista che lo insulta senza farsi troppi scrupoli. Al centesimo tentativo Rob, sopraffatto dall’ansia, se ne va e abbandona quel mondo da incubo. Quando si sveglia nel suo comodo letto, Rob, è grato di non essere un giocatore di basket, non avrebbe retto certe pressioni.
Arriva il nuovo flacone di H2eau: Nun e Nunet
Nun e Nunet, nell’Antico Egitto, rappresentavano l’aspetto femminile e maschile delle acque primitive. Proprio dalle acque di Nun presero forma le otto divinità primordiali dell’essenza egiziana: le Ogdoade.
Nun, la sorgente del mondo, e Nunet, l’acqua della vita, tornano oggi sotto forma di profumo. La creazione e la fusione, nata a Parma, pensa all’abisso delle acque per ritornare all’aroma originario della vita. Come l’acqua, senza forma, ma con sostanza. Al centro la freschezza. Ritratti femminili in un’acqua di colonia sinuosa, sensuale e onirica, “Nunet”, per lei, inonda il mondo rosa. Nun, la fragranza maschile, ha invece un tono pieno e gelido che, come da leggenda, ricoprirà ogni cosa.
H2eau
Era la mia prima notte a Grycksbo, zero gradi, zero rumori, un’unica inspiegabile presenza: un profumo.
Quando mi stavo addormentando, stremata com’ero dalla stanchezza e finalmente riscaldata dalle coperte, l’ho sentito quasi come mi stesse avvolgendo. La dormiveglia l’ha reso parte del mio sogno di quella notte, e quel profumo mi ha accompagnato per 5 mesi. Ovunque andassi, era impresso nei miei vestiti, quasi come mi venisse continuamente spruzzato addosso. Non era un profumo naturale, niente di simile ai tipici odori svedesi ma neanche a qualche bagnoschiuma o detersivo che potessi utilizzare.
Quando me ne sono andata dalla Svezia, da quell’esatto momento, non l’ho sentito più.
Ha iniziato a tormentarmi il ricordo di un profumo che prima pur provandoci non riuscivo a levarmi di dosso, eppure ho iniziato a cercarlo ovunque, ad essere spaventata dall’idea di dimenticarlo, quasi fosse una persona.
Finali alternativi:
1- Finché, poco tempo fa, non ho aperto una scatola, ancora chiusa dopo il trasferimento. Cercavo dei documenti, li ho trovati.
Avevo però dimenticato di aver messo lì dentro anche un sacchetto, non ricordavo proprio di averlo fatto, non avevo idea di cosa fosse o come ci fosse finito, e quando l’ho aperta dentro c’era una boccetta. Una piccola boccetta gialla di un profumo che mai avevo visto prima, o sentito nominare.
Non ho ancora avuto il coraggio di aprirlo.
Se fosse ciò che penso? Potrei risentirlo, riassaporarlo, rivivere i momenti che ha così insistentemente segnato. Ma significherebbe che qualcuno l’ha messo lì dentro, e sulle mie coperte, e sopra i miei vestiti, per tutto quel tempo.
2- Sono passati 10 anni. Non ho mai più sentito quel profumo. Ho continuato a cercarlo ovunque, in ogni cosa. Domani ho un aereo per la Svezia, ho trovato lavoro a poche miglia da dove ero stata. Solo oggi mi accorgo che quel profumo non ha più importanza, l’ossessione mi ha abbandonata tutto in una volta. Forse non era il profumo a mancarmi così tanto, ma la Svezia stessa.
Estasi in profumeria
Finalmente è lì: il meraviglioso e attesissimo Lavender Heaven … lo aspettavo da una vita, dal giorno in cui la mia rivista di moda preferita ha annunciato la grande notizia della comparsa di questo nuovo profumo.
Dopo essermi igienizzata per bene le mani, svito il tappo della boccetta, cominciando il mio momento magico … annuso lo spruzzino e già mi rendo conto che mi aspetta un’esperienza magica degna di un incantesimo.
Faccio un bel respiro a pieni polmoni e inizio a spruzzarmi il profumo dappertutto, chiudo gli occhi e mi ritrovo catapultata in un campo di lavanda della Provenza e inizio a passeggiare, annusando ogni singolo rametto.
Rimango in estasi per quasi due ore, fino a quando la commessa mi risveglia dal sogno dicendomi: “Signorina, cosa vogliamo fare con questo profumo, lo vogliamo comprare? Tra dieci minuti chiudiamo!”.
Vado in cassa con l’intento di comprarlo, ma scopro di avere solo dieci euro in tasca … povera me, avrei dovuto tenere d’occhio tutte le mie spese in vestiti e gioielli!
Il profumo dei ricordi.
Giulia Mastrocicco
Il mio migliore amico Axel è stato ritrovato morto nella sua stanza di college. Di un’overdose dicevano i poliziotti.
Io non ci credevo perché Axel non si era mai fatto di nessuna sostanza, era un ragazzo tranquillo, al secondo anno di università di Letteratura a Hale.
Il suoi genitori hanno voluto fare il funerale lunedì mattina, e durante la sepoltura rividi una piccola bottiglietta: era quella del suo profumo, che gli avevo regalato io tanto tempo fa, alla fine delle superiori. Lo presi tra le mani, lo aprii e lo spruzzai: mi vennero in mente alcuni ricordi di quell’estate in California.
Prima spruzzata.
Axel che mi confessava di essersi innamorato di me.
Altra spruzzata.
Axel e io che ci baciamo al tramonto in riva al mare.
Un’altra ancora.
Axel che mi prende per mano e ci dirigiamo in albergo per passare una delle notte più belle della mia vita.
Riaprii gli occhi e il funerale era finito, non c’era più nessuno davanti alla sua tomba.
Decisi di portare con me il profumo. Era il nostro perno d’amore.
H2eau – per l’uomo che non deve lavarsi … mai!
Laura Chiari
Stefano rientrò dal lavoro a tarda sera, con la fidanzata che scalpitava per mettere la cena in tavola e gli aveva già mandato un paio di messaggi vocali. Aveva passato una giornata terrificante, visitando diversi cantieri e cercando di incontrare tutte le persone coinvolte nella chiusura dei lavori. Bisognava correre e tentare di accontentare tutti quelli che stavano uscendo letteralmente di testa per non rimanere bloccati dal quinto devastante lockdown. Era una missione impossibile, i direttori dei cantieri, i geometri, gli ingegneri e i manager sbraitavano agitando scartoffie e minacciando di non saldare il dovuto senza il conclusivo collaudo degli impianti. Una gincana quotidiana tra malattie mentali di varia entità ed esaurimenti nervosi di una certa importanza. Nessuno ascoltava le sue ragioni, nessuno capiva la difficoltà di completare contemporaneamente consegne che normalmente avrebbero richiesto diversi mesi.
Entrò in casa trafelato, esaurito e sconvolto dalla stanchezza. La fidanzata fece capolino dalla porta della cucina e anziché salutarlo proferì solo una frase lapidaria: “Puzzi come un muflone in amore, vai subito in doccia!”. Stefano guardò la ragazza con occhi increduli, era talmente sfinito che avrebbe volentieri cenato per assumere subito dopo le sembianze di un copridivano. Tutto inutile. Un’altra nevrotica da gestire. Fortunatamente si ricordò di un acquisto fatto pochissimi giorni prima su un sito che vendeva oggetti misteriosi e inquietanti, un profumo. Non un profumo qualsiasi, ma uno in grado di neutralizzare i cattivi odori con qualche strana mistura chimica e probabilmente cancerogena.
Una scoperta sensazionale.
Stefano andò in bagno e aprì l’armadietto accanto allo specchio, lì troneggiava il flacone azzurro con una scritta in argento a caratteri cubitali: H2eau. Lo prese, lo aprì e si spruzzò generosamente le ascelle provocando la fuga del gatto terrorizzato. Magicamente l’odore di muflone in calore sparì. Si palesò di nuovo in cucina sotto lo sguardo sospetto della compagna, che però non poté non constatare l’assenza di cattivi odori. Più tardi, la stessa sera, Stefano aveva finalmente assunto la forma del copridivano e ordinò altri tre flaconi di H2eau. Il giorno dopo si accorse che dove aveva spruzzato il profumo la camicia si era scolorita ed era diventata completamente bianca, ma non si può avere tutto dalla vita, no.
Profumo d’amicizia
Pegoraro Beatrice
Quando Camilla tornò dalla Francia era entusiasta di aver portato a casa un pezzo della città dell’amore, così magica, con la Tour Eiffel, il Louvre, il Museo D’Orsay, la reggia di Versailles e tutta la storia di Maria Antonietta, gli Champs-Elysèes e tutta l’alta moda: le sfilate, gli abiti e i profumi. Il suo lavoro, in realtà, non le aveva permesso di godersi a pieno Parigi ma in compenso era riuscita ad avere in anteprima nuovi abiti, profumi e trucchi che avrebbe dovuto sponsorizzare. Fare la modella è sempre stato il suo sogno e ora era riuscita a sfilare a Parigi. Un grande traguardo che voleva condividere con la sua amica d’epoca, Lisa. Quando entrò nel bar, Lisa corse verso di lei e l’abbracciò. Dopo uno degli abbracci calorosi di Lisa, Camilla sorridendo, le diede subito il suo regalo, era un profumo appena uscito chiamato H2Eau, un profumo atipico, conteneva un po’ di lavanda ma anche di cocco e di rosa nera. Un mix di profumi che appena sentiti le ricordò subito il carattere dell’amica dolce ma anche forte e ostinata. Dopo che Camilla le spiegò la storia dietro il regalo, Lisa non riuscì a trattenere le lacrime e le promise che l’avrebbe usato nelle occasioni importanti. Camilla vide la felicità nel volto dell’amica e si rese conto che aveva trovato il regalo giusto. Sorridendo, capì che quell’amica le sarebbe sempre stata vicino e che era come una sorella ormai. Anni dopo, a Natale, Lisa le regalò lo stesso profumo per ricordarle quanta strada aveva fatto da quella sfilata a Parigi e come la loro amicizia non era mai cambiata.
H2eau: un tuffo in un mare di ricordi
Eleonora Vologni
Non ho mai amato particolarmente i profumi e questo probabilmente è dettato dal fatto che sono allergica praticamente a tutto ciò che è presente nell’aria.
Ogni volta che entro in profumeria infatti è più il tempo trascorso a starnutire che a scegliere e poi acquistare dei cosmetici.
Nonostante questo, però, dopo anni e anni di tentativi falliti, ho trovato il profumo perfetto per me: H2EAU.
Il suo aroma mi riporta immediatamente alla mia infanzia e alle estati trascorse al mare, più precisamente presso la riviera romagnola.
Credo che questo fenomeno sia l’esempio lampante delle “intermittenze del cuore”, concetto di cui parla Marcel Proust nel suo romanzo: “Alla ricerca del tempo perduto”.
All’autore protagonista infatti capita un episodio singolare: mangiando alcune madeleines (dolcetti tipici francesi), gli affiorano alla mente ricordi della sua infanzia.
La stessa identica cosa accade a me quando utilizzo un po’ di questo profumo: immediatamente si delineano nitide nella mia mente le immagini della località marina in cui ho vissuto buona parte delle mie estati e tutti gli aromi ad esse collegati.
Penso alla pineta che offriva ombra e tranquillità quando il caldo era veramente insopportabile, all’intensa fragranza sprigionata dai pini marittimi e alle grandi pigne che si trovavano al suolo.
Ricordo la brezza marina in un modo talmente reale che non mi pare vero essere in camera mia e non in riva al mare, a riempirmi i polmoni di aria fresca e pulita.
Percepisco l’inconfondibile profumo del sale che si impregna sulla pelle già dopo pochi giorni di vacanza e, infine, riesco a riconoscere persino l’aroma della sabbia che, per quanto sia difficile da descrivere a parole, non manca all’appello.
Incredibile come in una piccola boccetta di profumo siano racchiuse tutte queste sensazioni e questi ricordi.
Eppure questo è l’effetto di H2EAU.
L’unica nota negativa è che l’essenza in questione non si trova in vendita nelle comuni profumerie, è acquistabile solamente nel periodo in cui a Parma si svolge l’edizione annuale dedicata al premio internazionale “Scritture d’acqua”.
Per fortuna che a breve si terrà la venticinquesima edizione…ormai il mio flacone sta finendo!