Filiberto Molossi, esperto di cinema di Parma si racconta: «in sala non sarete mai da soli»

 Il Cinefilo

 

«È

proprio quando ho cominciato a fare il giornalista che scrivevo recensioni cinematografiche. Da lì si è aperto un mondo». Filiberto Molossi è vice capo-redattore della Gazzetta di Parma. Nato nel 1969, giovanissimo si occupava già di recensioni cinematografiche per la Gazzetta di Parma, giornale che sente di famiglia. Negli anni ha scritto di tutto, dalla cronaca nera a quella giudiziaria, e attualmente, tra le altre cose, è responsabile del Parma city mag, il mensile della Gazzetta. Ma ha sempre avuto anche un occhio attento al mondo del grande schermo, andando come inviato nei principali festival del cinema europei come Cannes e Venezia. Con una cultura molto approfondita circa i principali registi e attori del nostro tempo, Filiberto ha la possibilità di darci qualche consiglio proprio sul cinema.

Filiberto Molossi, giornalista e appassionato di film. Parlaci un po’ di te
«Ho cominciato verso la fine degli anni ’80 a fare il critico e poi il mestiere si è evoluto in qualcosa di diverso. Ho spaziato in tanti ambiti fino ad arrivare a lavorare anche per la cronaca sotto tanti punti di vista dopo di che ho continuato ad occuparmi di cinema quasi per hobby. Ma è più corretto dire per passione».

Inviato in tutta Europa ai festival del cinema. Parlaci di questo
«Vado tutti gli anni a Venezia e a Cannes che sono i due principali festival del cinema in Europa ma sono stato anche a Locarno e in altri festival meno noti che hanno comunque una certa importanza. Festival dove mi è passata davanti la storia del cinema. È difficile ricordarne uno in particolare, ma ricordo l’emozione davanti a “Dancer in the dark” e “In the mood for love” un anno a Cannes, ma anche quella volta a Venezia quando vinsero ex aequo “Film blu” e “America oggi”, poi diventati due classici. E ancora le code immense per Godard sulla Croisette, oppure le aperture di Venezia con i film postumi di Kubrick e Troisi.

Quale è il tuo film preferito? Descrivicelo
«Non ho un film preferito, ma ho un film a cui tengo più di altri perché mi ha fatto capire che cosa vuole dire il cinema. È “Picnic ad Hanging Rock” di un grande regista come Peter Weir: per me ha una magia particolare e quando ne devo scegliere uno scelgo questo anche perché è un po’ fuori per così dire dai canali ufficiali».

C’è un film che proprio bisogna vedere e uno da cui stare lontano? Esprimi il tuo parere
«Ce ne sono molti da vedere e alcuni da cui stare lontano. Ma, secondo me, non è giusto stare lontano dai film, bisogna vederli tutti anche per crearsi un gusto critico. È proprio guardandone molti che si crea un’opinione e un parere circa i film. Andrebbero comunque visti tutti o quanti più possibile. Film assolutamente da vedere ce ne sono talmente tanti che non è possibile fare una classifica. Diciamo che ci sono alcuni film che non si possono non portare su un’isola deserta come “La dolce vita” di Fellini, “A qualcuno piace caldo” di Billi Wild ad esempio».

Che consigli daresti a un giovane ragazzo che vuole fare il giornalista? Magari appunto cinematografico
«Gli direi di andare molto al cinema: è un mestiere che si fa se si vedono molti film senza nessun pregiudizio, ed è un mestiere che si deve fare lasciandosi sorprendere. Bisogna affinare il proprio gusto e restare sempre aggiornati: leggere molto anche cosa scrivono gli altri ma continuare a pensare con la propria testa. Farsi una vera e propria cultura è la via giusta».

Nel periodo del Covid hai vissuto una bellissima e importante esperienza… Parlarcene
«Le sale cinematografiche erano chiuse ed era un bruttissimo periodo per tutti quelli che amano il cinema. Quindi ho pensato, per non far perdere la voglia di cinema e per fare qualcosa di utile, di raccontare un film al giorno sul mio profilo Instagram. Inizialmente era un film della mia videoteca ma poi è diventato un film in programma anche in tv, dove tutti potessero vederlo. È stata un’iniziativa che ha avuto, nel mio piccolo, abbastanza successo: sono partito dicendo “finché non riaprono le sale vi consiglio un film al giorno” e così è stato. Ho consigliato moltissimi film del cuore che hanno vivacizzato queste giornate lunghissime in cui non si poteva uscire per l’emergenza Covid».

Concludi a ruota libera su cinema o giornalismo. Dacci quel consiglio che non può non mancare
«Il cinema è l’unico posto dove non ci si sente mai soli: nel momento in cui ci si sente persi o soli andare al cinema può aiutare ad avere le risposte che cerchiamo. E se non avrete delle risposte avrete altre domande. Il cinema è un posto in cui lo spettatore dialoga con quello che guarda. E c’è sempre qualcuno pronto a raccontarvi la sua storia e a sentire la vostra».

Nicolò Bertolini