Giuseppe Zammarchi si racconta: «così io e la Cri siamo cresciuti insieme»

Il presidente Cri

 

 

«H

o cominciato la mia carriera da volontario nel lontano ’76 nel mio paese natale, Monchio delle Corti da lì ne ho fatta di strada». Giuseppe Zammarchi è lo storico presidente della Croce Rossa di Parma. In attività nel suo mandato dal 2005 ha visto (e fatto) crescere l’associazione basata sul volontario che porta soccorso alla popolazione con le ambulanze siglate Charlie. Ma non solo. Oggi qui si racconta e parla di molti sacrifici ma anche gioie che si sono sviluppate negli ultimi anni.

Giuseppe Zammarchi, presidente Cri Parma… Si presenti! «Sono Giuseppe Zammarchi e sono presidente della Croce Rossa di Parma dal 2005. Ho sempre avuto una grandissima passione per il volontariato e la mia attività di volontario e il grande impegno profuso sono stati premiati dai colleghi che hanno voluto assegnarmi questo incarico. È un incarico molto impegnativo però lo faccio con passione da tempo e la cosa non mi pesa anzi ne sono felice e orgoglioso»

La sua carriera in Croce Rossa è iniziata da giovanissimo, ce ne parli. «Ho cominciato la mia carriera da volontario nel lontano ’76 nel mio paese natale, Monchio delle Corti dove era appena nata la sede locale della Croce Rossa e ho iniziato vedendo e cogliendo le necessità del territorio. Mi ero affezionato ad un ragazzo dializzato molto giovane che accompagnavo in dialisi a Parma tutte le settimane e purtroppo se ne è andato troppo presto… da lì è nata la mia carriera di volontario. Poi nel ’78 ho iniziato a Parma città e la mia passione è aumentata sempre di più vedendo l’aiuto che potevamo dare alle persone non solo nei casi di emergenza in ambulanza ma in tanti altri servizi della Cri»

Quali sono stati i momenti salienti di una lunghissima carriera? «I momenti salienti purtroppo sono momenti impegnativi anche dal punto di vista umano, come nel caso di quel ragazzo dializzato che mi ha spinto ad iniziare e a proseguire con la Croce Rossa. Poi ci sono stati altri momenti significativi come la vicenda di Tommaso Onofri che mi ha visto coinvolto perché ero già presidente e questi sono episodi che segnano molto la tua vita di volontario all’interno dell’associazione. Tanti sono gli episodi che mi tornano in mente, molti tristi, come vedere le persone che hai assistito morire o ricordare volontari con cui hai collaborato che oggi non ci sono più. Diventa difficile fare una graduatoria dei tantissimi interventi: terremoti, alluvioni e tanto altro hanno segnato la mia carriera anche perché la Croce Rossa di Parma si rapporta con le CRI di tutt’Italia. Questo mi ha dato una spinta ulteriore anche a motivare i giovani volontari. Come dico sempre, facendo volontariato ti porti a casa più di quello che dai».

Cosa vorrebbe dire a un nuovo volontario Cri? Quanto è importante al giorno d’oggi il volontariato? Come lo sproneresti a dare il meglio? «Io con i giovani cerco sempre di spendermi spiegando che fare volontariato vuol dire crescere, portare avanti dei valori molto importanti che nella vita non sono sempre garantiti e anzi spesso sono abbandonati. Dipende proprio dai giovani portare avanti i 7 principi della Croce Rossa (umanità, imparzialità, unità, volontarietà, indipendenza, neutralità, universalità) della Croce Rossa partecipando a una crescita “mondiale”. Lo vediamo al giorno d’oggi con le guerre, alluvioni e terremoti e per un giovane rendersi conto dei veri valori della vita è importante e sicuramente in Cri te ne rendi conto. Abbiamo visto nel periodo Covid che i veri valori della vita non sono solo basati sul divertimento (anche se è molto importante) sono tutt’altro e in questa società i giovani sono fondamentali. Io ritengo che loro possano dare un cambiamento al mondo del volontariato e alla società in generale»

Covid, migranti e questo periodo di guerre: quali sono gli impegni della Cri nei prossimi mesi? «Diciamo che per il discorso Covid c’è un periodo di pausa anche se i numeri stanno ricrescendo; ricordo che in periodo covid la Cri ha fatto di tutto e di più non solo in ambulanza (e ce ne erano 7) è stata un’esperienza importantissima e noi siamo pronti ad affrontare eventuali ricadute. Per quanto riguarda i migranti noi stiamo collaborando con la Prefettura e altre associazioni di volontariato (come, ad esempio, la Caritas) per dare una accoglienza dignitosa alle persone che arrivano. I numeri sono altissimi e arrivano uomini, donne e bambini nei nostri centri di accoglienza: sono esseri umani e meritano una accoglienza dignitosa sul nostro territorio. Noi non facciamo discorsi politici (perché non fa parte della Croce Rossa assolutamente) ma consideriamo l’essere umano e cerchiamo di aiutarlo con l’aiuto delle associazioni, della prefettura e delle realtà sparse sul territorio»

Concludiamo così: 7 principi cri: qual è il suo principio preferito? «Non ce ne è uno in particolare. Sono tutti estremamente importanti. Ma il principio che oggi spicca per me è l’umanità: un principio che è un valore fondamentale all’interno di questa associazione».

Nicolò Bertolini